Buon sabato 😀

Accipicchia è di nuovo sabato. Non pensi che il tempo corra davvero in fretta?

Come vanno gli affari? Soddisfatto delle prenotazioni del periodo natalizio?

Non senti che la fine dell’anno ti sta spingendo a fare i conti? Quei consuntivi che per alcuni sono un dramma per altri una medaglia in petto…

Intanto siamo arrivati all’ 8° numero di NEXT DESTINATION, la nostra newsletter settimanale che ti stimola alla riflessione nel mondo frenetico e fuffaro dei social…

A proposito hai letto il numero della scorsa settimana sui bot che mangiano i tuoi soldi quando investi in campagne Meta e Google? Beh recuperala ne vale la pena.

Perchè l’argomento di oggi?

Beh per andare dove dobbiamo andare dobbiamo sapere dove dobbiamo andare… 😄

Quindi eccoti servita una panoramica generale sui TREND SICURI DEL 2026 che interesseranno le imprese turistiche ed il loro futuro.

Questa è una newsletter destinata a chi lavora nel turismo, imprenditori e manager che vogliono aggiornarsi e rimanere al passo ma soprattutto riflettere…

Benvenuto a bordo. Iniziamo.

Se tutto questo non ti interessa siamo felicissimi di non riempire la tua casella di posta per cui clicca sul pulsante qui sotto per salutarci.

Grazie in ogni caso e buon viaggio. 👋

FOCUS ON

Di cosa parliamo

Oggi abbiamo approntato una guida, un itinerario tra vari macro argomenti (che andrebbero approfonditi uno per uno) con il fine di darti spunti come fosse uno sguardo panoramico sul quale dovrai essere tu a fare riflessioni specifiche e scegliere uno o due punti da approfondire e valutare di farli tuoi come nuove strategie di impresa.

Se preferisci riflettere ascoltando, allora mettiti comodo o buona passeggiata e goditi la chiacchierata in formato PODCAST

Imprese turistiche: i trend che vedremo nel 2026.

Uno sguardo al futuro prossimo, uno spunto di riflessione sulle mosse strategiche da fare subito per arrivare preparati.

Il tema è sempre lo stesso: il cambiamento veloce dato dalla Ai.

Lo sviluppo tecnologico e le intelligenze artificiali stanno cambiando la vita di tutti. Anche dei tuoi clienti.

E soprattutto la Ai può in un attimo mettere fuorigioco la tua impresa.

Anzi il tuo modello di impresa.

Solo per farti un esempio. Vendi pacchetti vacanze e sei solo un intermediario che guadagna (e dunque aumenta il prezzo senza una vera ragione valida di mercato)?

Sappi che ora con le intelligenze artificiali quello che esiste sul web emerge ancora più facilmente.

Anche prima emergeva.

Google sapeva tutto quello che esisteva sul web, eri tu che non avevi tempo di leggere centinaia di pagine per trovare quello che cercavi. Ora basta interrogare in pochi minuti l’Ai, fare domande sempre più specifiche e si conosce tutto.

Si conoscono anche i prezzi dei tuoi fornitori.

E li conoscono anche i tuoi clienti.

Quindi, sapendo che andando direttamente alla fonte i tuoi clienti spenderanno di meno, perchè dovrebbero continuare a venire da te?

Ecco di cosa parliamo.

Di strumenti che oggi rendono possibili tante cose che prima si pagavano anche a caro prezzo.

E chi ieri riscuoteva, oggi vede la terra mancare sotto i piedi.

DALLA RICERCA ALLA DELEGA

Non siamo più nell'era della "ricerca", siamo entrati nell'era della "delega". Il viaggiatore non vuole più filtrare 50 hotel su Booking.com; vuole dire al suo assistente digitale: "Prenotami il solito hotel a Milano per martedì, ma vicino alla stazione perché ho fretta", e l'AI esegue, paga e invia la ricevuta.

Quindi ecco i primi 5 punti su cui aprire una profonda riflessione.

  • AI agentica e assistenti di viaggio autonomi:

Agenti digitali basati su AI generativa in grado di pianificare itinerari, interagire con sistemi di prenotazione e gestire le esigenze del viaggiatore end-to-end. Questi “travel agent” virtuali possono creare viaggi su misura, adattandosi in tempo reale a cambi di programma e preferenze, con un impatto potenzialmente dirompente sull’intermediazione tradizionale. Ha senso continuare a “vendere l’itinerario”?

  • Iper-personalizzazione dell’esperienza:

L’uso esteso di dati e AI consente di personalizzare ogni aspetto del viaggio sui gusti del cliente (itinerari, alloggi, attività). Si parla di “segment of one”, cioè offerte ritagliate sul singolo individuo. I viaggiatori (soprattutto i più giovani) stanno già sfruttando strumenti AI gratuiti per creare itinerari su misura, rendendo la personalizzazione un’aspettativa standard. Chi non si adegua sarà percepito come “vecchio”.

  • Automazione end-to-end e “connected trip”:

Le nuove piattaforme integrano tutte le fasi del viaggio in un flusso digitale unico, dal planning al booking ai servizi in loco. Assistenti conversazionali permettono di cercare, prenotare e gestire un viaggio intero tramite un’unica interfaccia (es. una chat). Questo porta a viaggi più fluidi, con processi automatizzati (check-in digitali, aggiornamenti automatici, rebooking immediato in caso di disguidi) e pagamenti invisibili integrati.

  • Pagamenti digitali “invisibili” ed embedded finance:

L’esperienza di acquisto nel travel diventa sempre più frictionless. Le OTA e le compagnie aeree integrano sistemi di pagamento nell’esperienza (es. IATA Pay per bonifici immediati) così che il cliente non debba uscire dalla piattaforma per pagare. Si prevedono facilitazioni di pagamento sui social e anche direttamente dalle principali Ai (ChatGpt in testa).

  • Sostenibilità data-driven e viaggi “consapevoli”:

L’attenzione alla sostenibilità -dicon i dati- è in crescita e la tecnologia AI può guidare scelte di viaggio più green. I sistemi AI possono mostrare opzioni alternative (es. treno vs aereo) e ottimizzare gli itinerari combinando costo, tempo ed emissioni CO₂.

I VIAGGIATORI NON SONO PIU’ QUELLI DI UNA VOLTA

Ora proviamo ad osservare più da vicino i viaggiatori del 2026 per cercare di capire come sono cambiati e come possiamo intercettarli.

  • Ricerca di ispirazione e informazioni:

Diminuisce il peso dei cataloghi e delle guide tradizionali; i viaggiatori oggi traggono ispirazione da social media, creator e community online, e iniziano a sperimentare risposte generative AI. Ad esempio, circa il 13% dei turisti italiani consulta per prima le risposte AI (es. Google Ai Mode) per idee di viaggio, mentre un ulteriore 46% le guarda in parallelo ai siti ufficiali. Contenuti virali su TikTok, Instagram o YouTube possono far nascere improvvisamente nuove mete di tendenza.

  • Pianificazione e decisioni di viaggio:

Si passa dal “fai-da-te” con comparazione manuale all’approccio “dimmi cosa desideri e un’AI ti costruisce il viaggio”. Gli utenti sono sempre più propensi ad affidare all’AI la creazione dell’itinerario e la ricerca delle opzioni ottimali. Oltre due terzi dei viaggiatori globali ha già utilizzato strumenti AI in qualche aspetto del viaggio, soprattutto per pianificazione e prenotazione. Il viaggiatore abituale apprezza la comodità di avere suggerimenti personalizzati e aggiornati in tempo reale (es. un agente AI che propone modifiche di itinerario se cambia il meteo).

  • Prenotazione e acquisto:

Cresce l’aspettativa di transazioni immediate e fluide. Molti viaggiatori vogliono prenotare non appena decidono, senza dover passare tra più siti o agenzie: l’AI può eseguire le prenotazioni in autonomia, combinando voli, hotel e servizi.

  • Esperienza in loco e post-viaggio:

Durante il viaggio i turisti sono sempre più connessi e assistiti digitalmente. Usano smartphone per mappe, traduzioni istantanee, guide AR e consigli geolocalizzati in tempo reale. Si diffondono assistenti di viaggio digitali (su telefono o indossabili) che suggeriscono attività personalizzate sul momento, gestiscono imprevisti (es. cambi di volo automatici) e accumulano preferenze per i viaggi futuri. Al contempo, emerge il desiderio di “disintossicazione digitale”: metà dei viaggiatori italiani dichiara di non usare i social in viaggio e uno su quattro addirittura spegne lo smartphone in vacanza.

Takeaway pratici – comportamento dei viaggiatori:

  • I clienti usano molteplici canali digitali per ispirarsi e pianificare (social, motori, AI): essere presenti e coerenti su questi touchpoint è vitale.

  • C’è forte domanda di personalizzazione e velocità: i viaggiatori vogliono proposte su misura e risposte/service immediati (h24). Ritardi o offerte generiche fanno perdere ingaggio.

  • L’AI viene vista come uno strumento utile ma non è (ancora) infallibile: una quota significativa di persone trova le risposte AI utili ma le verifica. Mantenere controllo qualità sulle info fornite (e offrire un contatto umano di backup) resta importante per la fiducia.

  • Molti viaggiatori cercano esperienze authentic e non affollate: valorizzare mete minori e esperienze locali genuine è un modo per intercettare questa tendenza (e l’AI può aiutare a farle emergere nelle ricerche).

  • Tecnologia invisibile: offrire strumenti digitali utili ma non invadenti migliora l’esperienza. Ad esempio, un’app che assiste durante il viaggio dovrebbe essere proattiva solo quando serve (notifiche pertinenti) per non sopraffare l’utente già bombardato di informazioni.

LA TECNOLOGIA CHIAVE CHE STA CAMBIANDO IL TRAVEL

In questa sezione esaminiamo le principali tecnologie – in particolare legate all’Intelligenza Artificiale – che stanno rivoluzionando il settore dei viaggi.

Procediamo sempre per macro aree rimandando ad un altro articolo lo sguardo specifico sugli specifici tools.

  • AI travel agents e pianificatori di viaggi AI:

si tratta di assistenti virtuali basati su modelli di linguaggio avanzati (LLM, es. GPT-4) combinati con accesso a database e servizi esterni. Questi agenti possono autonomamente creare itinerari completi, gestire budget, prenotare servizi e persino effettuare cambi di prenotazione in corso di viaggio. Per l’utente, il vantaggio è enorme: anziché navigare decine di siti, interagisce in linguaggio naturale con un unico “consulente” digitale che capisce preferenze e vincoli e restituisce un piano di viaggio pronto da confermare.

Dal lato aziende, questi agenti sostituiscono o affiancano l’attività di consulenza di base: le imprese devono quindi integrarsi (fornendo accesso a inventory e sistemi di prenotazione) per essere scelte dall’AI. Tali capacità vanno oltre quello che un singolo agente umano potrebbe fare manualmente, creando un nuovo livello di servizio.

  • Agentic AI e agenti autonomi multi-sistema:

per agentic AI si intende l’AI in grado di agire autonomamente con obiettivi propri, interagendo con vari strumenti. Nel travel, un agente autonomo può collegarsi contemporaneamente a API di voli, sistemi GDS, piattaforme OTA, servizi di pagamento, CRM e perfino mappe e meteo per orchestrare un viaggio intero senza intervento umano. La differenza rispetto ai classici bot sta nel fatto che questi agenti prendono iniziative: ad esempio, monitorano attivamente la situazione durante il viaggio e, in caso di disruption (es. cancellazione volo), provvedono a trovare e prenotare un’alternativa immediata secondo le preferenze/pre-autorizzazioni date dal cliente.

Per il viaggiatore ciò significa zero stress: l’agente AI funge da concierge sempre all’erta. Per le aziende, l’agentic AI rivoluziona i processi di customer service e operations: si passa da un modello reattivo (intervieni quando il cliente chiama) a uno proattivo (l’AI anticipa il problema e lo risolve).

Purtroppo al momento questi strumenti sono off limit per le PMI italiane esclusivamente per ragioni di budget. Questi strumenti oggi costano ancora molto ma nel giro di un paio di anni diventeranno più “democratici” e “popolari”.

Integrare queste AI richiede di esporre servizi e dati strutturati: stanno nascendo protocolli come il Model Context Protocol (MCP), che consente ai fornitori di rendere accessibili i propri inventari direttamente agli LLM senza sviluppare integrazioni ad hocaltexsoft.com. In pratica, un hotel può mettere a disposizione dell’agente AI le proprie disponibilità e tariffe in tempo reale: l’agente le consulterà direttamente, potenzialmente saltando le piattaforme intermediarie. Ciò comporta rischi (per le OTA disintermediate) ma anche opportunità per fornitori e DMC che adottano per primi questi standard, acquisendo un canale diretto verso i clienti AI-driven.

  • AI per dynamic pricing e revenue management:

l’uso dell’Intelligenza Artificiale per analizzare dati in tempo reale e prevedere la domanda sta trasformando le pratiche di pricing nel turismo. Già oggi, grandi piattaforme come Booking.com o compagnie aeree impiegano algoritmi di machine learning che elaborano dati storici, trend di ricerca, eventi locali, comportamento utente per aggiustare continuamente prezzi e disponibilità.

Per le imprese turistiche, l’AI spinge il revenue management a un livello superiore: sistemi che ricalcolano i prezzi migliaia di volte al giorno, per ciascun canale, massimizzando l’occupazione e la resa.

Anche in questo caso i costi possono essere molto impegnativi per le piccole e medie imprese, quando non proibitivi.

  • Chatbot avanzati e assistenti virtuali 24/7:

i chatbot di nuova generazione, potenziati da AI conversazionale, stanno diventando veri assistenti clienti sempre disponibili. Diversi attori del travel (compagnie aeree, OTA, catene alberghiere) hanno implementato chatbot sui loro siti/app e persino su WhatsApp o Facebook Messenger per rispondere immediatamente a domande comuni, fornire supporto nelle prenotazioni e gestire richieste durante il viaggio. La differenza rispetto ai bot di qualche anno fa è che oggi, con modelli come GPT-4, le risposte sono più naturali e contestuali, e i bot possono risolvere problemi più complessi (ad esempio, modificare una prenotazione multi-tratta su richiesta). Per il viaggiatore questo significa ridurre tempi di attesa e avere aiuto anche fuori orario d’ufficio – un aspetto cruciale soprattutto quando si viaggia in fusi orari diversi.

Oltre metà dei clienti preferisce comunicare via messaggi con le aziende, e quasi 3/4 si aspetta risposta entro un’ora, esigenze a cui solo un servizio automatizzato può far fronte su scala. Per le imprese, l’adozione di chatbot avanzati comporta alcuni cambiamenti organizzativi: il servizio clienti viene in parte automatizzato, con gli operatori umani che intervengono solo sui casi eccezionali (il che richiede formazione per gestire situazioni di escalation più complesse).

Il trend che si affermerà nel 2026 sarà quello dei voice agent: ormai sempre più persone preferiscono dialogare a voce per risparmiare tempo ed avere una conversazione più dettagliata e naturale.

  • Realtà Aumentata (AR), Virtuale (VR) e digital twin:

sebbene non siano novità dell’ultim’ora, AR e VR stanno trovando applicazioni mirate nel travel, arricchite dall’integrazione con l’AI. Prima del viaggio, la VR consente ai clienti di “visitare” virtualmente una destinazione o un hotel – ad esempio molti tour operator e enti del turismo hanno creato tour virtuali a 360° di luoghi iconici, aiutando i clienti nell’ispirazione e scelta (vedere in anteprima una camera d’albergo o il panorama dal resort). L’AI migliora questi contenuti rendendoli interattivi e personalizzati: può generare scenari virtuali in base alle preferenze espresse (mostrarti una simulazione di immersione subacquea se sei interessato al diving, ecc.). Durante il viaggio, la Realtà Aumentata sullo smartphone o occhiali smart può fornire informazioni contestuali: inquadri un monumento e ottieni automaticamente la descrizione storica nella tua lingua, oppure cammini in una città e l’AR ti mostra recensioni e foto dei ristoranti che vedi lungo la strada.

Analisi dei modelli di business a rischio

Non tutte le imprese turistiche saranno colpite dall’AI allo stesso modo: alcuni modelli risultano più esposti alle trasformazioni tecnologiche e rischiano di perdere rilevanza se non si adattano. Di seguito mappiamo i principali modelli di business “a rischio”, spiegando perché l’AI li mette in difficoltà e quali segnali precoci indicano l’avvicinarsi del rischio.

I modelli esaminati includono: agenzie di viaggio tradizionali, tour operator generalisti, attività ricettive o di servizi dipendenti esclusivamente da OTA/metasearch e operatori che non rendono i propri dati integrabili con i nuovi ecosistemi digitali. La tabella seguente riassume i punti chiave:

Agenzia di viaggio tradizionale (outgoing) – intermediario standard

(Focus su vendita pacchetti da catalogo, biglietteria aerea, ecc., con margini da commissioni).

PERCHE’ E’ A RISCHIO: Disintermediazione da AI e web: Le AI travel agents consentono al cliente di ottenere le stesse informazioni e prenotazioni che forniva l’agente umano, ma 24/7 e senza fee. Se l’agenzia non offre un valore aggiunto (consulenza specialistica, servizi extra), viene bypassata. Inoltre le nuove generazioni sono meno propense a recarsi fisicamente in agenzia, preferendo soluzioni digitali autonome

SEGNALI DA ATTENZIONARE: – Diminuzione nel tempo di nuovi clienti giovani (Millennial, Gen Z) che si rivolgono all’agenzia.– Calo delle prenotazioni di routine (voli, hotel standard) perché il cliente le fa da sé online.– Aumento richieste su viaggi complessi/niche (segnale che solo su quelli l’agenzia viene ancora percepita utile).– Dipendenza crescente dalle commissioni di pochi tour operator o fornitori, che riducono i margini.

Tour operator intermediario “cataloghista”

(Assembla pacchetti standardizzati combinando fornitori che offrono già prodotto standardizzato, rivenduti tramite agenzie o sito proprio)

PERCHE’ E’ A RISCHIO: Se il TO non integra elementi distintivi (esperienze uniche, know-how locale, servizi su misura), i suoi pacchetti possono essere replicati o superati da un itinerario creato da un’AI che pesca le migliori opzioni sul mercato in tempo reale. L’AI abbatte la barriera informativa: ciò che un tempo era “segreto” (migliori combinazioni volo+hotel) ora è trasparente. Inoltre, l’AI può aggregare fornitori diretti, riducendo la necessità di intermediari tradizionali.

SEGNALI DA ATTENZIONARE: Margini in calo sui pacchetti standard (es. tour città europee weekend) per la pressione di offerte online fai-da-te.– Feedback dai partner distributivi (agenzie) di minore interesse verso prodotti troppo generici, facilmente replicabili dal cliente finale.– Difficoltà a reperire clienti B2C diretti: il brand del TO non è cercato attivamente online (basso traffico organico), perché l’utente trova prima altre soluzioni via OTA o motori.– Inventario invenduto o cancellazioni più frequenti, segno di scarsa adattabilità alle richieste last-minute/flessibili del mercato moderno.

Operatore dipendente solo da OTA

(Es. hotel indipendente o experience provider che ottiene clienti quasi esclusivamente via Booking, Expedia, TripAdvisor etc.)

PERCHE’ E’ A RISCHIO: Oscuramento nell’era AI conversazionale: Se un fornitore non ha visibilità diretta e brand proprio forte, rischia di essere “nascosto” dietro piattaforme che l’AI potrebbe bypassare. Gli agenti AI potrebbero attingere a database proprietari o preferire partner integrati direttamente. Inoltre, la dipendenza da OTA implica poca differenziazione: l’AI spesso mostrerà “la soluzione migliore” e se l’operatore non eccelle in qualcosa di unico (punteggio, caratteristica), verrà scavalcato. Infine, se l’OTA stessa adotta AI, potrebbe promuovere i partner con migliori integrazioni di contenuto (descrizioni ricche, dati completi).

SEGNALI DA ATTENZIONARE: – Quota maggioritaria (oltre 80%) delle prenotazioni proveniente da 1–2 portali online: pericolo perché se quei canali cambiano algoritmo o commissioni, l’operatore è inerme.– Scarso traffico sul sito diretto, brand poco riconosciuto dai clienti (ad es. ospiti che nemmeno visitano il sito dell’hotel prima di prenotare su Booking).– Dati di performance in calo su OTA: ranking più basso, conversioni in discesa, recensioni stagnanti – segnale che l’offerta non si distingue e viene superata da altre consigliate magari da sistemi AI interni delle piattaforme.

Fornitore non “AI-ready” (sistemi chiusi)

(Aziende che non condividono via API i propri dati di disponibilità, tariffe, contenuti; processi offline/manuali)

PERCHE’ E’ A RISCHIO: Incompatibilità con gli ecosistemi autonomi: In futuro prossimo, gli agenti AI effettueranno ricerche e prenotazioni tramite interfacce programmatiche. Un hotel o tour che non abbia un canale digitale accessibile (API, integrazione a GDS/OTA, feed strutturati) sarà semplicemente ignorato dall’agente, perché incapace di interrogare disponibilità o prenotare automaticamente. Ciò vale anche per contenuti non strutturati: se le informazioni (descrizioni, foto, recensioni) non sono facilmente interpretabili dall’AI, il provider risulterà meno “attraente” o addirittura invisibile. Inoltre, la mancanza di dati di qualità (es. pricing non aggiornato, niente info su servizi) farà penalizzare l’azienda nei risultati generati dall’Ai

SEGNALI DA ATTENZIONARE: – Assenza completa da risultati su nuove piattaforme AI (es. l’utente chiede a un assistente “trova hotel a X” e l’azienda non appare mai, mentre sui motori tradizionali compariva).– Richieste di integrazione da parte di partner/OTA non evase: per esempio grandi OTA che sollecitano l’uso del loro channel manager API, segnale che il mercato si aspetta quell’integrazione.– Persistenza di processi manuali (email, fogli Excel per aggiornare disponibilità) che porta a errori frequenti e overbooking – sintomo che l’azienda non sta tenendo il passo con la necessità di automazione.

Perché proprio questi modelli?

In sintesi, i modelli sopra sono accomunati dal fatto di non offrire un valore differenziante rispetto a ciò che la tecnologia AI può fornire autonomamente. Laddove l’azienda era principalmente un tramite di informazioni o un aggregatore di servizi standard, l’AI riesce a svolgere quel ruolo in modo più efficiente (più veloce, più economico, su misura). Inoltre, se l’azienda non investe in dati e integrazione, resta fuori dal “nuovo gioco” in cui gli algoritmi decidono cosa presentare al cliente. Da notare che non significa che spariranno tutte le agenzie o tutti i TO, ma quelli che prospereranno dovranno ripensare profondamente la loro proposta.

Come riconoscere i segnali d’allarme?

Oltre ai segnali elencati nella tabella, gli imprenditori dovrebbero monitorare metriche come: costo di acquisizione cliente in aumento (se diventa sempre più costoso ottenere prenotazioni perché occorre pagare commissioni alte o fare molto marketing, c’è un problema di dipendenza da canali intermediari); calo delle richieste dirette o di repeater (se i clienti non tornano o non arrivano spontaneamente, vuol dire che l’offerta non crea legame e vien scelta solo quando spinta da terzi/comparata da macchine); diminuzione del tasso di conversione nonostante il traffico – potrebbe indicare che i clienti trovano altrove soluzioni più convenienti/personalizzate, magari generate da un AI travel planner.

Takeaway pratici – modelli a rischio:

  • Fai una revisione onesta del tuo modello: in cosa stai offrendo valore reale oltre a mettere insieme servizi di altri? Se quella domanda ti mette in difficoltà, è un segnale che devi differenziarti di più.

  • Diversifica i canali: se oltre l’80% del tuo fatturato proviene da un singolo canale (OTA, un partner estero, ecc.), sei in posizione fragile. Inizia subito a investire in canali alternativi (marketing diretto, partnership diverse) per ridurre la dipendenza.

  • Investi in dati e integrazioni: assicurati che le tue tariffe, disponibilità e contenuti siano sempre aggiornati sulle piattaforme e formati che contano. Se non l’hai già fatto, implementa un channel manager, un CRS o strumenti simili. Considera di sviluppare API proprie se hai un portfolio di esperienze unico da offrire a terzi.

  • Monitora nuovi attori AI: prova tu stesso/a gli assistenti di viaggio AI emergenti (es. plugin ChatGPT di Expedia, Bard di Google, ecc.) cercando la tua offerta. Sei presente? Cosa consiglia l’AI? Questo può darti indizi su come migliorare la tua visibilità nell’era AI (es. migliorando le descrizioni, colmando gap di dati che l’AI potrebbe usare).

  • Prepara un piano B: se uno scenario pessimo si avverasse (es. il tuo principale intermediario oggi lancia un agente AI proprietario che canalizza altrove i flussi, oppure un Big Tech entra nel settore con un suo servizio di booking AI), come reagiresti? Avere strategie alternative pronte (mercati di nicchia, alleanze locali, ecc.) può fare la differenza tra subire il colpo o cavalcare il cambiamento.

Dunque è tempo di riflettere e poi decidere come agire…

Se fin qui abbiamo scoperto “nuovi mondi” e capito dove ci porterà la tecnologia, in un’altra ricerca abbiamo catalogato 20 agenti Ai e autonomi che sono già attivi nel mondo dei viaggi in tutto il mondo.

E stanno facendo la differenza.

Crediamo che sia di vitale importanza conoscerli per allargare i tuoi orizzonti e capire dove potrebbero andare i tuoi diretti concorrenti.

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