Buon sabato 😀
E siamo arrivati al 5° numero di NEXT DESTINATION la newsletter che prova a produrre qualcosa di raro oggigiorno: qualche riflessione utile.
Se leggendo ti scappa qualche pensiero, noi siamo contenti. Se per caso dai nostri spunti intravedi una strada da percorrere allora siamo andati a meta.
Oggi vogliamo darti una mano a valutare bene scelte molto difficili che sappiamo dovrai affrontare a breve: investimenti tecnologici.
E il grande aiuto è che non ti spieghiamo questo o quello strumento ma ti regaliamo regole che vanno bene anche se non sai nulla di tecnologia e (beato te) non ti aggiorni quotidianamente sulle novità tecnologiche.
Dunque non ti resta che verificare le promesse e le premesse. 😁
Benvenuto a bordo. Iniziamo.
Se tutto questo non ti interessa siamo felicissimi di non riempire la tua casella di posta per cui clicca sul pulsante qui sotto per salutarci.
Grazie in ogni caso e buon viaggio. 👋

FOCUS ON
Turismo e tecnologia: come non farti male con il prossimo investimento
Di cosa parliamo
Se preferisci riflettere ascoltando allora mettiti comodo o buona passeggiata e goditi la chiacchierata
Nel turismo oggi succede una cosa curiosa: tutti parlano di digitalizzazione, AI, automazioni, “piattaforme integrate”, ma chi guida un hotel, un B&B o un tour operator ha sempre meno tempo per capire davvero cosa serve e cosa no.
Le offerte aumentano, le giornate restano di 24 ore e la paura di fare la scelta sbagliata cresce.
Questa newsletter nasce esattamente per questo: aiutarti a non sbagliare i prossimi investimenti tecnologici, proteggendo la tua impresa turistica da errori costosi, vincoli inutili e “innovazioni” che in realtà ti complicano la vita.
Hai mai sentito parlare di quella catena alberghiera storica, solida, con decine di strutture prestigiose e un marchio riconosciuto, che non ha fatto un investimento tecnologico necessario e ne ha fatti altri sbagliati…
È successo davvero.
Thomas Cook, un nome che per decenni è stato sinonimo di viaggi e vacanze affidabili, ha visto il suo impero crollare in gran parte a causa di investimenti tecnologici sbagliati. Prima del collasso del 2019, questa catena alberghiera storica manteneva sistemi gestionali ormai obsoleti: software PMS (Property Management System), CRM e motori di prenotazione che risalivano a decenni prima.
Risultato: più lavoro e tempo impiegato dai dipendenti, meno qualità, sempre più terreno perso nei confronti dei concorrenti propensi all’innovazione.
Alla fine sono arrivate le inefficienze operative gravi, perdite economiche e crescente insoddisfazione degli ospiti: code alle reception, difficoltà di gestione delle prenotazioni, impossibilità di personalizzare i servizi, limiti nell’accesso a canali di vendita online moderni.
Se una realtà così grande, con brand riconosciuto a livello globale e risorse immense, è stata schiacciata da scelte tecnologiche errate, pensa a quanti più rischi corri tu che guidi una PMI turistica.
Dall’altra parte, però, ci sono hotel, B&B e catene che, scegliendo per tempo strumenti aperti, integrati e ben supportati, hanno ridotto le code in reception, automatizzato le mansioni ripetitive, aumentato le prenotazioni dirette e migliorato la soddisfazione degli ospiti. Non perché abbiano trovato il “software magico”, ma perché hanno scelto bene, con metodo e senza farsi incastrare da soluzioni sbagliate.
La tecnologia non è un gioco: può salvarti o affossarti in pochi mesi se non la scegli con occhio critico e preparato.
Ecco perché abbiamo pensato a questa GUIDA INDISPENSABILE PER NON SBAGLIARE GLI INVESTIMENTI TECNOLOGICI nel turismo.
Sappiamo che sei bombardato da offerte e sai che devi fare qualcosa perché restare fermi non si può.
Sappiamo che ne sai anche poco perché perdere ore per aggiornarsi ogni giorno non si può. Ogni giorno ci sono novità e nascono nuovi strumenti.
Allora questa guida è per te e prova a volare alto rispetto ai problemi specifici o ai preventivi di servizi e strumenti che devi valutare.
Ma può esserti utile per tutti gli investimenti tecnologici che vorrai fare perché ti mette al riparo da grossi guai.
(E ti assicuro che i guai sono davvero grossi e possono zavorrarti gravemente… ma ora sai cosa può succedere).
Ho sentito dire da qualcuno che citava qualcun altro questa frase:
“RICORDA CHE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE OGGI FA COSE INCREDIBILI E’ LA PEGGIORE CHE VEDRAI NELLA TUA VITA”
LE 10 REGOLE D’ORO PER NON IMPICCARSI CON INVESTIMENTI TECNOLOGICI SBAGLIATI
1. Parti sempre dal PROBLEMA reale, non dalla tecnologia alla moda
Non ti innamorare dell’ultima novità in fatto di Ai, CRM o chatbot. Parti da un’analisi precisa e rigorosa della tua impresa: cosa non funziona? Dove perdi tempo? Quale attività vuoi automatizzare o migliorare realmente?
Per esempio se ti arriva una proposta via email e da qui inizi a ragionare su quello che ti viene offerto, forse stai già sbagliando.
Se hai un problema o qualcosa che non funziona o vuoi migliorare lo sai (o dovresti saperlo). Se a farti scattare le riflessioni è una offerta via email, ripeto si parte forse con il piede sbagliato.
Le tecnologie sono strumenti, non bacchette magiche. Spendere migliaia di euro in un sistema “avanzato implementato dalla Ai” che non risolve i tuoi problemi è una trappola letale. Molte PMI si ritrovano con software inutilizzati, per troppe ragioni. Quello che sentiamo di più è: abbiamo risolto certi problemi e ne abbiamo creato degli altri.
2. Valuta con attenzione il COSTO TOTALE di proprietà, oltre il prezzo iniziale
Il prezzo di listino non dice tutto. Devi conoscere il costo complessivo, includendo:
Installazione, configurazione e personalizzazione
Formazione del personale, spesso sottovalutata
Costi di manutenzione e aggiornamenti periodici
Integrazioni con altri software, hardware
Canoni mensili o annuali, con eventuali aumenti nel tempo
Penali o costi per uscire dal contratto
Spesso un software apparentemente economico può diventare un pozzo senza fondo. Calcola realisticamente la spesa totale nei prossimi 3-5 anni e confrontala con i benefici attesi.
3. Attenzione al LOCK-IN tecnologico: perdi la libertà e sprechi denaro
Questo è il rischio più insidioso per le PMI turistiche. Ed è quello che in Italia capita quasi sempre: dal sito al software tutto è blindato, compartimentato, chiuso e spesso isolato. Il sito web è tuo ma non ci puoi guardare dietro, non puoi fare modifiche, aggiornarlo o potenziarlo da te. Devi pagare per farlo fare a chi te lo ha venduto…
Stessa cosa per tutti i software che sono sempre proprietari…
Un lock-in significa ritrovarsi intrappolati in un unico fornitore/software senza la possibilità di uscire facilmente, perché:
I dati non sono esportabili o migrabili
Il software funziona solo in un ecosistema chiuso, senza integrazione
Il contratto prevede penali alte per disdire
L’architettura è proprietaria e non standard
Il vendor lock-in può far schizzare i costi, bloccare l’innovazione e alimentare una dipendenza che rallenta tutto. Chiedi sempre garanzie scritte sulla portabilità dei dati e su clausole di uscita chiare e vantaggiose.
Non ti impiccare a caro costo perché una volta scelto il gestionale te lo tieni per anni…
4. Pretendi chiarezza e trasparenza assoluta
Molte aziende tecnologiche italiane non spiccano per trasparenza commerciale e tecnica. È molto comune trovarsi davanti a offerte confuse, contratti pieni di clausole "nascoste" o promesse non mantenute.
Oppure a proposte precisissime, reali, strazeppe di dettagli tecnici… peccato che chi la riceve non ha le competenze per valutarle e va a naso...
Chiedi sempre:
Specifiche dettagliate su cosa è incluso e cosa no.
Chiarezza sui tempi, modalità di aggiornamento e supporto.
Trasparenza su eventuali costi extra nascosti.
Ricorda, la tua impresa merita fornitori che dimostrano professionalità e non vendono fumo.
5. Esamina attentamente la scalabilità e l’evoluzione tecnologica
La tecnologia evolve in modo vorticoso, soprattutto per AI e digital automation: oggi quello che funziona, domani può essere già superato. Molti strumenti venduti alle PMI hanno una roadmap tecnica poco chiara o sono troppo rigidi.
Devi sapere:
Se la soluzione si aggiorna costantemente per integrare novità tecnologiche.
Se il software può crescere con te, senza dover essere rimpiazzato.
Se integra servizi innovativi (intelligenza artificiale, machine learning, automazione) o è destinata a restare statica.
Prendi l’esempio di quei chatbot venduti come "ultima generazione", ma con algoritmi e logiche antiquati che lasciano più clienti frustrati che soddisfatti.
Bell’investimento!
6. Richiedi prova concreta con dati reali e casi studio verificabili
Non dare mai fiducia soltanto alle parole o alle slide di presentazione. Chiedi dimostrazioni reali:
Periodi di prova effettivi, possibilmente senza impegno.
Accesso a campioni di clienti che utilizzano già la soluzione.
Risultati misurabili in termini di vendite, conversioni o efficienza interna.
Solo così potrai capire se quello strumento vale davvero la spesa, anche se non sei un esperto di tecnologia.
7. Non sottovalutare la formazione e il cambiamento organizzativo
Comprare il software più avanzato e costoso non basta se chi lo deve usare non sa come funziona o non crede nel cambiamento. La tecnologia è solo uno strumento, l’impatto reale arriva solo se tutto il team è coinvolto, formato e motivato. Spesso gli investimenti falliscono proprio perché manca un piano di gestione del cambiamento interno.
Prevedi sessioni formative specifiche e periodiche, basate su casi reali e sugli obiettivi di business.
Comunica chiaramente il “perché” e il valore che porta la nuova tecnologia.
Coinvolgi i dipendenti nelle scelte e raccogli feedback continui per adattare l’uso degli strumenti.
La formazione è uno degli investimenti più redditizi ma spesso ignorati dagli imprenditori, con conseguenti resistenze e sprechi.
8. Prediligi soluzioni integrate e aperte
Nel settore turistico, i silos informativi sono una zavorra. Se CRM, motore di booking, chatbot e altri sistemi non dialogano tra loro efficacemente, perdi tempo, dati preziosi e clienti. Concentrati su soluzioni tecnologiche che, oltre a funzionare singolarmente, abbiano una forte capacità di integrazione tramite API e standard aperti.
Verifica la disponibilità di integrazioni native e flessibilità nella personalizzazione.
Evita piattaforme troppo “chiuse” o proprietarie che ti bloccano.
L’integrazione è un fattore critico per ottimizzare i processi e garantire esperienza fluida per i clienti e il team.
Per fare un esempio i siti web che crea SmartAds.it sono tutti su Wordpress (più grande piattaforma aperta al mondo) e non poniamo barriere e limitazioni di nessun genere. Il cliente ne diventa pieno proprietario e può farlo rinnovare o potenziare da chiunque in futuro senza dover spendere una fortuna.
9. Pianifica l'uscita prima dell'ingresso (pessimista? no previdente!)
Prima di entrare in un rapporto con un fornitore tecnologico, assicurati di poterne uscire senza distruggere la tua azienda. La portabilità dei dati non è opzionale.
Nel contratto, pretendi clausole specifiche soprattutto sulla gestione dei TUOI dati fuori dalla piattaforma: possono essere utilizzati altrove? È facile o difficile? Cosa perdo nel passaggio?
E poi valuta con attenzione i termini generali del contratto rispetto alla durata: perché minimo 2 anni? È vero che l’investimento spesso è ingente ma in certi casi uscire prima significa farsi meno male che stare dentro per anni. Dunque…
Durante il periodo di prova, fai un test di esportazione completa dei dati. Verifica che siano effettivamente utilizzabili e importabili in un sistema alternativo.
Il “vendor lock-in” si può manifestare anche attraverso la "prigione dei dati": i dati sono tuoi ma il fornitore non te li dà o ti rende difficile averli così tu sei costretto a rimanere…
10. Misura sempre i risultati e sii pronto a intervenire
Un investimento tecnologico va valutato come qualsiasi altro investimento aziendale: con KPI misurabili e obiettivi chiari. Non lasciare che il software diventi un costo fisso da “accettare”, ma impostane monitoraggio e revisione periodica.
Definisci indicatori di performance (riduzione tempi, aumento prenotazioni, miglior customer satisfaction).
Usa report e analytics forniti dallo strumento o da sistemi esterni.
Non esitare a cambiare o adattare la tecnologia se non produce i risultati attesi.
Il digitale è flessibile ma richiede attenzione e interventi rapidi per ottimizzare la resa.
Seguendo queste 10 regole sarai di sicuro al riparo dalle fregature più comuni e lampanti. Soprattutto riuscirai a fare la migliore scelta possibile SENZA AVERE COMPETENZE SPECIFICHE SULLO STRUMENTO di cui si parla (e non è poco).
Per semplificare ancora di più, e per aiutarti a non fare gli errori più grandi, eccoti una lista ancora più importante (e spera di non averne già fatto almeno uno).
COSA NON DEVI ASSOLUTAMENTE FARE
1. NON PRENDERE IMPEGNI A LUNGO TERMINE
L’AI che abbiamo oggi è la peggiore che vedrai nella tua vita: siamo all’alba del fenomeno, l’AI è ancora un neonato. Una cosa che non devi assolutamente fare ora è impegnarti per anni su uno specifico strumento/tool/prodotto, soprattutto se è venduto come “rivoluzionario grazie all’AI”.
Domani quello che oggi paghi caro potrebbe essere incluso in altri sistemi o diventare molto più economico.
Evita:
contratti rigidi di lunga durata;
pacchetti “all inclusive” da cui non puoi uscire senza farti male;
cambi totali e affrettati di gestionale, CRM o piattaforme marketing solo “perché lo fanno tutti”.
Meglio investimenti “leggeri”, che coinvolgono pochi aspetti alla volta e che puoi sostituire senza traumi se arrivano soluzioni migliori.
Nel frattempo concentrati su piccole automazioni low cost:
perdi ore a cercare informazioni in documenti interni? Scrivi ancora tutte le email a mano o “a braccio” con ChatGPT? Molto meglio avere una AI che conosce alla perfezione la tua impresa, scrive con il tuo tono e pesca i dati giusti in pochi secondi, senza errori e senza farti perdere tempo.
2. NON SCEGLIERE SISTEMI CHIUSI E PIENI DI BARRIERE
Un sistema chiuso è un sistema che ti blocca, che ha dei vincoli.
Tutti i prodotti ne hanno ma tu devi capire quanto questi vincoli precisi influenzano il tuo work flow specifico. E se alla fine sono più i vantaggi o gli svantaggi.
Prenderesti mai in affitto un appartamento con 5 stanze, ma solo 2 sono accessibili e le altre le apri solo pagando il doppio?
È quello che succede con molti strumenti in abbonamento a fasce: puoi fare questo e questo, ma non quello che per te è davvero strategico.
Non comprare:
un gestionale che non dialoga con il tuo sistema di booking;
un CRM che non parla con il PMS;
un sito “blindato” che non puoi aggiornare, potenziare o spostare.
Se il prodotto nasce già con il freno a mano tirato sulle cose importanti per te, è il prodotto sbagliato.
3. NON DECIDERE DA SOLO SE NON CAPISCI COSA STAI COMPRANDO
Quello che ti propongono è complicato e tu non lo capisci davvero. Al massimo intuisci qualche concetto. In molti casi succede questo: chi decide è lo stesso che ammette “io di queste cose non ci capisco niente”.
Se nessuno segue per te il processo di valutazione, stai giocando alla roulette russa con migliaia di euro e anni di vincoli.
Serve una figura competente di cui ti puoi fidare (e no, “mio cugino che smanetta” non basta). Ti serve un vero PARTNER TECNOLOGICO TERZO che:
traduca la proposta in linguaggio comprensibile;
ti dica dove sono rischi, limiti e punti di forza;
difenda i tuoi interessi, non quelli del fornitore.
Sì, significa pagare qualcuno in più. Ma spendere qualcosa oggi per evitare investimenti di gran lunga più costosi (e anni di lock-in) è uno dei migliori affari che puoi fare.
4. NON BRUCIARE GIORNI DEL TUO TEMPO PER IMPARARE OGNI NUOVO TOOL
Il tuo lavoro non è fare il “beta tester” di strumenti tecnologici, ma guidare la tua impresa, il tuo team e i numeri.
Non puoi permetterti di:
passare giorni a studiare l’ennesimo tool che tra 6 mesi potrebbe essere superato;
bloccare il tuo ruolo strategico per fare formazione operativa su piattaforme sempre nuove.
Se uno strumento richiede settimane del tuo tempo per essere usato decentemente, o non è adatto a te, o deve essere gestito da qualcun altro in azienda.
Tu devi concentrarti su altro:
capire cosa l’AI può davvero fare (e non fare) per il tuo modello di business;
individuare dove può generare più valore (vendite, efficienza, servizio al cliente);
decidere dove è ancora meglio affidarsi alle persone e ai processi, non alle “magie” del software.
È molto più importante che tu conosca bene il fenomeno AI e le sue implicazioni, piuttosto che imparare ogni singola piattaforma che oggi va di moda e domani potrebbe sparire.
E con questo credo che ti abbiamo fornito tutti gli strumenti per cautelarti al meglio. Non pensi?
Grazie per aver letto fino a qui e facci sapere se anche a te è capitato qualcosa di simile in passato.
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